La trance naturalistica si basa su uno dei tre cicli naturali che regolano il funzionamento psico-fisiologico dell’essere umano:
1. Ciclo circadiano: è l’alternarsi di veglia e sonno, cioè di fenomeni che normalmente si verificano una sola volta al giorno.
2. Ciclo infradiano: è l’alternarsi, ad esempio, del ciclo mestruale, cioè di fenomeni che si verificano ogni tot giorni.
3. Ciclo ultradiano: riguarda l’alternarsi di fame, sete, eccitazione sessuale, ecc., cioè di fenomeni che si verificano più volte al giorno.
È questo ciclo che innesca spontaneamente e per diverse volte al giorno, in modo inconsapevole, la trance naturalistica; tale fenomeno si verifica ogni 90-120 minuti, per un periodo di circa 20 minuti.
Pause, che la fisiologia richiede, affinché la mente possa prendersi una pausa dagli stimoli esterni, per ricaricarsi e ricalibrarsi interiormente.
Milton Erickson riconobbe che l’approccio naturale è sempre il migliore, perché i risultati sono i più efficaci, facili e duraturi. Per lavorare a questo livello, si deve predisporre la situazione affinché il risultato voluto, ne sia una conseguenza naturale.
La trance naturalistica può essere sfruttata in due modi: o si aspetta che essa s’inneschi per favorire l’ipnosi del soggetto, oppure si usano delle tecniche per rievocare qualcosa di connesso all’ipnosi naturalistica, semplicemente si chiede, alla persona, di ricordare verbalmente un’occasione in cui sia andata in trance (dopo un buon pranzo o durante un viaggio in treno).

Esistono tre metodi di trance naturalistica:
 Analogie:

“l’esperienza di andare in trance somiglia a quando…”, “essere in trance è come quando…”
O’Anlon riconosce quattro tipi di meccanismi, che si possono richiamare tramite le analogie e che inducono naturalmente uno stato di trance:
Dissociazione: avviene quando ci s’incanta guardando la pioggia, il fuoco, i pesci in un acquario, le nuvole in cielo o fissando un punto all’orizzonte, cioè senza immedesimarsi in ciò che si osserva.
Assorbimento: avviene guardando un film, ascoltando musica, leggendo, facendo sport, cioè attività che implicano di immedesimarsi nell’esperienza.
Automatismi: guidando un mezzo di trasporto o suonando, cioè svolgendo attività ripetitive con ritmo variabile.
Ripetizioni: avvengono andando in altalena, sull’amaca o sulla sedia a dondolo, recitando preghiere o mantra, cioè svolgendo attività ripetitive con ritmo costante.
Per sapere con quale di queste modalità è più facile mandare in trance naturalistica un sofferente, basta chiedergli cosa gli piace di più fare, e poi riconoscere in quale categoria rientra tale tipo di attività.
Storie e metafore:

sono naturalistiche perché, da bambini, si è abituati naturalmente a seguire il filo delle narrazioni. Le storie devono essere credibili e usate per coinvolgere, così la mente del soggetto si predispone ad accettare messaggi a più livelli.
L’effetto indiretto della metafora è affascinante e potente perché, tramite la fantasia, agisce su stati emotivi e mentali, per merito del meccanismo che, quando si riceve un’info incompleta, la si deve completare, e durante questo completamento, ognuno immette, nella metafora, elementi personali, ricordi, associazioni; quest’alta componente di soggettività fa sì che il tasso di gradimento con cui valuta il lavoro finito sia massimo, è infatti noto che ciascuno ama soprattutto se stesso .
 Immaginazione e conversazione:

servono per approfondire l’esperienza ipnotica casuale e per esplorare (es.: “e mentre ascoltavi quella persona, ti sentivi rilassato…”).