Kelly diceva che noi siamo psicologicamente condizionati da ciò che pensiamo di noi stessi.
L’ambiente è parte integrante di noi e condiziona la persona.

Cosa è possibile percepire nell’altro?
• POSIZIONE CORPOREA (postura statica, postura dinamica, come si muove la persona).
• RESPIRO
• BATTITO DELLE CIGLIA
• VOCE
• PARAVERBALE
• CUORE (è più difficile da percepire)

È importantissimo vedere, ascoltare e sentire per entrare in contatto con l’altra persona.
Ascoltare è una capacità che deve essere allenata molto, l’ascolto è un potentissimo alleato del Mental Coach.

Vi sono le “domande del buon giornalista”, che il Mental Coach deve porsi sul sofferente, per una visione chiara della persona davanti a lui.

COSA ... come fatti, esperienze da analizzare.
• Eccessi, ridondanze, tendenze della persona • Equilibrio, armonia
• competenze, dove le ha, non solo nel lavoro, ma gli hobby.
• Conoscenza, curiosità, sapere.

DOVE… mettendosi in relazione con:
• SÉ STESSO;
• MONDO;
• AFFETTI;
• ALTRI

Quali di queste aree danno energia al sofferente, e quali gliela tolgono; quanto tempo investe, in quale percentuale, per dedicarsi ad ognuna di esse ed in quale ordine di importanza le pone.

QUANDO… quanto tempo dedica a…
quando si colloca: ieri (passato e storia), oggi (qui ed ora), domani (sogni)
Il tempo dà al Mental Coach la dimensione del cosa se ne fa la persona, di vivere nel tempo in cui si proietta.

COME… si presenta, come reagisce la persona.
• È convinto, appassionato, partecipe, coerente?  • Distaccato, lontano, disinteressato, assente?
• Razionale, calcolatore, pianificatore? • Emotivo, coinvolto, immerso?
• Entra in ansia o si raffredda (“via da” o “verso”?)

PERCHÉ’…? 
Deve essere un’ elaborazione del Mental Coach, la costruzione di un’ ipotesi, attraverso dati e deduzioni, in un linguaggio che sia utile per il Mental Coach e per il sofferente nella restituzione (metafora) della percezione.